Parodontite (piorrea): cause, sintomi e come curarla senza interventi chirurgici

Come si manifesta la parodontite (piorrea)

La parodontite, comunemente nota come piorrea, è un’infiammazione dei tessuti che sostengono il dente e che sono riuniti sotto la definizione di parodonto: osso alveolare, il cemento che riveste la radice del dente, la gengiva e il legamento parodontale. Con la perdita progressiva di questi tessuti il dente non è più sostenuto da nulla, e tende pertanto a diventare mobile. Oltre a essere un’infezione grave e dolorosa, la parodontite rovina l’estetica del sorriso, e può aggravarsi originando gengiviti, recessioni gengivali e caduta dei denti in maniera irreversibile.

Prima di scoprire in che modo curare tale patologia, è sempre una buona idea ricercare le cause e i sintomi coinvolti nel processo di formazione di una simile infezione. Se presa per tempo, la piorrea è una malattia reversibile, nel senso che può essere mantenuta e anche migliorata una situazione patologica rilevante.

Cause e sintomi della parodontite

Ma quali sono i sintomi e le cause che portano allo sviluppo della parodontite? Si parla innanzitutto di infezioni batteriche, responsabili della progressiva distruzione del parodonto. In genere, la placca è la causa prima della parodontite. Placca e tartaro, rimanendo sui denti, possono causare ingenti danni e facilitare il processo di sviluppo della parodontite, distruggendo osso e gengiva. La piorrea può tuttavia essere favorita anche da altri fattori, di norma secondari: difese immunitarie basse, malnutrizione, scarsa igiene dentale, denti storti, tabagismo.

Tra i sintomi principali della parodontite si osservano:

  • gengive rosse e doloranti
  • aumento di spazio tra i denti provocato da una diminuzione di stabilità dentaria
  • pus e ascessi parodontali
  • sanguinamento
  • alitosi
  • denti mobili
  • perdita dei denti.

 

Cause psicologiche

Cause psicologiche parodontite

Non sono pochi gli studi scientifici che hanno individuato nella depressione, nell’ansia e nello stress dei fattori di rischio quasi assoluti per lo sviluppo della malattia parodontale. Tra tutte, lo stress è la causa psicologica più importante per la parodontite. Esso è una reazione dell’individuo di fronte a particolari situazioni, ed è di fondamentale importanza per il suo equilibrio psichico. Ma se tale tempo psicologico mostra di non volersi limitare a un singolo specifico momento, lo stress può generare nell’individuo una serie di risposte fisiologiche tutt’altro che positive.

I problemi generati dallo stress generano un sovraccarico che è molto pericoloso e destabilizzante per l’equilibrio del sistema nervoso, il quale ha anche il compito di gestire la risposta immunitaria dell’organismo. Dall’ipotalamo vengono infatti rilasciati ormoni che liberano a loro volta una sostanza, detta corticotropina, incaricata di stimolare la corteccia surrenale a produrre glucocorticoidi. Questi ultimi sono i responsabili della diminuzione delle difese immunitarie dell’organismo, con conseguente proliferazione delle patologie infiammatorie.

Parodontite apicale: cos’è e quali sono i sintomi

La parodontite apicale è una reazione infiammatoria dei tessuti periapicali del dente a seguito di uno stimolo irritativo all’interno del sistema canalare. Dolore alla percussione e masticazione sono i sintomi principali della parodontite apicale. Le cause vengono fatte risalire a una polpa infetta o necrotica, farmaci, disinfettanti, traumi apicali, digrignamento.

La parodontite apicale acuta

La parodontite apicale acuta è un’infiammazione che si verifica nelle ossa mascellari ed è causata dalla presenza di batteri attivi che infiammano il dente rendendolo sensibile alla masticazione. Spesso, tale infezione non genera dolore.

La parodontite apicale va distinta dalla parodontite classica, in quanto la sua origine è endodontica, vale a dire si verifica all’interno di quello spazio che contiene la polpa dentaria, costituita da componente cellulare, vasi e nervi. Nella parodontite apicale l’infezione giunge al tessuto parodontale attraverso i canali interni del dente.

Dopo la devitalizzazione, che resta della parodontite?

La devitalizzazione è un’operazione odontoiatrica volta ad asportare la polpa di un dente. Vi si ricorre nel caso in cui una lesione determini un’alterazione irreversibile della polpa, rischiando la necrosi della stessa. In generale, un dente devitalizzato non dovrebbe fare più male. È possibile tuttavia che dopo la devitalizzazione il dolore al dente rimanga, spesso a causa di una infezione batterica.

Cura della parodontite apicale: il trattamento endodontico

Cura parodontite apicale trattamento endodontico

Il trattamento endodontico è uno dei rimedi più efficaci per salvare il dente ed eliminare l’infezione. Tale trattamento viene eseguito rimuovendo la polpa infiammata e contaminata, fino alle radici. I canali vengono quindi disinfettati, sagomati e riempiti di materiali di sostegno. Si associa alla devitalizzazione del dente, al termine della quale la parodontite viene debellata definitivamente. Al termine del trattamento, i sintomi della piorrea scompaiono e la lesione ossea viene lentamente e fisiologicamente riassorbita.

Parodontite cronica

La parodontite cronica è una malattia del cavo orale che provoca l’infiammazione cronica dei tessuti parodontali. A differenza delle altre tipologie di parodontite, tale infezione comporta la perdita progressiva delle ossa e dei tessuti molli che circondano e sostengono i denti. Tale usura si sviluppa più lentamente rispetto ad altri tipi di parodontite. Tra i fattori responsabili di tale patologia, quello batterico è il più significativo. La presenza dei resti di cibo sulla gengiva provoca la formazione della placca batterica che, se non viene rimossa entro un tempo limite di 24 ore, si trasforma in tartaro.

Il trattamento della parodontite cronica varia a seconda della gravità di ciascun caso. Può consistere nella semplice rimozione del tartaro, alla devitalizzazione del dente, fino all’estrazione dello stesso se il problema è particolarmente grave.

Cure naturali e trattamenti professionali

Tra i rimedi farmacologici e i trattamenti naturali esistono numerosi consigli che si possono trarre per venire a capo della parodontite e alleviarne la gravità. Vediamoli nel dettaglio.

I rimedi naturali per la parodontite

Accanto alla terapia farmacologica, possono essere consultati molteplici rimedi naturali per alleviare i sintomi della parodontite e velocizzare la guarigione. Dall’uso della salvia, al tarassaco, alla propoli, alla betulla, all’aloe vera da applicare sulle gengive, all’eleuterococco.

La propoli, in particolare, è una miscela resinosa che viene prodotta dalle api e grazie alle sue proprietà antibatteriche e antinfiammatorie può essere un rimedio molto efficace contro la parodontite.

Anche il pepe nero è un rimedio valido contro la parodontite. Oltre a essere un vero e proprio rinforzo per le gengive, le sue proprietà mediche aiutano a ridurre le infezioni batteriche.

Ricordatevi comunque che i rimedi naturali non eliminano il problema, e che per debellare la parodontite è necessario fare una visita specialistica di controllo e sottoporsi a una terapia professionale: dall’intervento chirurgico o al trattamento laser.

L’intervento chirurgico

Ma come si cura in modo definitivo la parodontite? Una volta consultato il dentista, sarà suo il compito di decidere la via migliore per risolvere il problema. L’intervento chirurgico può essere una soluzione conveniente, ed è di solito l’ultima carta da giocare quando tutte le altre sono risultate inefficaci.

Vi sono molte tecniche di incisione per quel che concerne gli interventi chirurgici moderni, ognuna di esse volta a essere il meno aggressiva possibile e a consentire di eliminare la parodontite.

La chirurgia resettiva modella l’osso di sostegno ed elimina il tessuto infiammatorio consentendo un’efficace rimozione del tartaro presente sui denti.

La chirurgia rigenerativa permette di far ricrescere nuovo tessuto attraverso innesti di biomateriali o membrane specifiche. L’innesto di tessuto molle viene utilizzato quando le gengive ritirate non riescono a tornare allo stato iniziale, anche quando il tartaro è stato estirpato. In questo tipo di intervento viene prelevato un po’ di tessuto molle dal palato, perché venga posizionato là dov’è necessario che sia posto, così che il tessuto compromesso si ripari.

L’intervento chirurgico è comunque l’ultima soluzione auspicabile per risolvere il problema in modo definitivo.

Parodontite: rimedi laser

La terapia laser per la cura della parodontite è un’altra alternativa agli interventi chirurgici. Due tipi di laser sono prevalentemente usati in odontoiatria: il laser adatto a raggiungere i tessuti duri come denti e ossa, e un laser più adatto a lavorare su tessuti molli come le gengive. Il trattamento laser raggiunge localizzazioni difficili e non è doloroso, non richiede anestesia, la guarigione avviene più rapidamente, e la percentuale di successo è molto elevata.

Nonostante la solarità di queste considerazioni, sempre più studi scientifici da parte di enti specializzati sono concordi nel rilevare come il laser non sia da ritenere l’unica alternativa per curare la parodontite. Principalmente per due motivi: non riduce i batteri che causano la patologia e non rinforza i tessuti molli colpiti dall’infezione. Il laser deve essere associato ad altre cure per essere efficace.

La terapia laser viene utilizzata anche in altri tipi di situazioni, come durante l’eliminazione della carie, la devitalizzazione del dente o il trattamento di una gengivite.

Trattamento senza intervento chirurgico

Un trattamento senza intervento chirurgico deve motivare il paziente all’igiene orale, nonché sottoporlo a una seduta periodica di rimozione di placca e tartaro. Grazie all’ausilio di particolari strumenti, il dentista può rimuovere in maniera efficace i tessuti infetti dalla tasca parodontale, così da lasciare la superficie radicolare libera dai batteri e stimolare la guarigione dei tessuti del parodonto. Vi sono strumenti particolari come le curettes professionali, che effettuano movimenti oscillatori tridimensionali, preposte per un simile impiego. Un trattamento non chirurgico di questo tipo ha come componente di rischio il fatto di irritare e gonfiare le gengive, anche se di rado. Nel giro di qualche settimana il problema sarà comunque risolto.

Cosa mangiare e cosa non mangiare

Cosa mangiare e cosa non mangiare

In caso di parodontite è bene seguire questa serie di consigli per quel che riguarda l’alimentazione.

  • Mangiate molta frutta e verdura. La vitamina C rinforza le gengive e ne limita il sanguinamento. La verdura aiuta a mantenere pulito il cavo orale.
  • Anche alimenti ricchi di calcio come i latticini possono essere utili per rinforzare il sistema immunitario e prevenire le infezioni.
  • Pesce od olio di pesce sono egualmente importanti come elementi di nutrizione per la salute del cavo orale.

Ricordatevi subito dopo di spazzolare i denti con spazzolino dalle setole morbide e dentifricio. Meglio se lo spazzolino è elettrico, pulisce con maggiore efficacia i residui di cibo e la placca batterica. I cibi croccanti sono da evitare, perché potrebbero irritare ancora di più le gengive già infiammate di loro dalla parodontite. Sono assolutamente da evitare inoltre bevande gassate, alimenti pieni di zuccheri, o cibi duri come la frutta secca, nonché la marmellata, il miele o la cioccolata.

Prevenzione della parodontite? Ecco cosa fare

Tra le attività di prevenzione più importanti si segnala la pulizia costante con dentifricio e spazzolino dopo ogni pasto, almeno tre volte al giorno. Si consiglia inoltre di sottoporsi all’igiene dentale professionale almeno una volta ogni 6 mesi.

Ricordate che uno dei maggiori fattori di sviluppo della parodontite è la placca. La placca si forma per effetto di uno strato di germi che si accumulano sulla superficie delle gengive, e provocano carie e infiammazioni. Se non la si rimuove entro un limite massimo di 8 ore, si corre il rischio di entrare in un processo detto mineralizzazione che trasforma la placca in tartaro. Quest’ultimo può essere rimosso esclusivamente da un dentista.

Ecco perché lavarsi i denti con costanza e cura è particolarmente importante. Passate il filo interdentalealmeno una volta al giorno, così da rimuovere i residui di cibo tra dente e dente.

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ClaudioSpada